Piorrea – Parodontite

Cosa rappresenta la piorrea?


"Ho perso quasi tutti i denti a causa della piorrea, si muovevano e sono venuti via, ma erano sani, integri e ora mi ritrovo con la dentiera"

Spesso queste parole vengono pronunciate dai pazienti che vengono colpiti dalla parodontite, una patologia che determina una perdita di sostegno del dente (osso e legamento parodontale) strutturalmente integro. Il termine generico "piorrea" oggi non viene più utilizzato, si parla piuttosto di "parodontite" perché coinvolge il sostegno del dente denominato appunto "parodonto". Esistono diverse forme di parodontite: la parodontite giovanile, la parodontite rapidamente progressiva, la parodontite cronica dell'adulto e altre ancora. Tutte richiedono trattamenti medici diversi tra loro. In alcuni casi si può guarire completamente oppure frenarne la progressione e stabilizzare i denti, in altri casi è ormai tardi per intervenire e bisogna ricorrere alla protesi o all'implantologia.


Come me ne accorgo?


Prendendo come esempio un caso acuto di parodontite cronica dell'adulto, alcuni sintomi dovrebbero mettere in allarme e far richiedere una visita dentistica il prima possibile: alitosi, indolenzimento dei denti alla masticazione, gengive gonfie o sanguinanti e spostamento dei denti.

Cosa fare? Richiedere una visita.


Il medico vi dirà in corso di visita se si tratta di parodontite oppure no. In caso affermativo sono disponibili numerose nuove terapie che possono frenare notevolmente la progressione della parodontite. L'importante è intervenire il prima possibile in quanto la malattia solitamente procede a "pousses", cioè a periodi attivi di perdita ossea alternati a periodi di inattività asintomatici. Lo scopo è quello di bloccare il più possibile le fasi attive della patologia, renderle meno frequenti ed eventualmente, in fase di quiete, rigenerare l'osso perso dove possibile.


Terapie da adottare nella parodontite cronica

Prima fase: diagnosi


Il medico valuterà la fase e il tipo di parodontite, la perdita ossea, il grado di spostamento e mobilità dei denti, la presenza di fattori predisponenti quali traumi dentari, perdite di spazio dovute a denti mancanti, digrignamento o serramento dei denti notturno, usura.
Nei casi lievi è possibile una terapia più semplice che si avvale di:

- curettage: pulizia delle radici da parte del dentista allontanando cellule morte e tartaro sotto gengivale;
- disinfezione laser delle tasche parodontali senza bisogno di anestesia;
- terapia antibiotica specifica per bocca oppure farmaci inseriti localmente con rilascio prolungato del principio attivo (ad esempio: minotek).

Nei casi di perdita ossea severa:

- si effettua un taglietto delle gengive e una pulizia delle radici con anestesia locale di tipo classico (curettage a cielo aperto);
- In casi selezionati si può tentare di rigenerare parte dell'osso perduto utilizzando membrane che creano l'ambiente adatto alla riformazione ossea.

Seconda fase: mantenimento


Fase importantissima che richiede la collaborazione a casa del paziente:

- corretta igiene orale domiciliare;
- periodiche sedute professionali in studio di ablazione tartaro per prevenire la sua riformazione.

In caso di denti mobili risulta utile collegarli tra loro in modo da ridurre lo sforzo distribuendo il carico (splintaggio).